Incontriamo Paolo Borrometi

Il 14 Marzo abbiamo nuovamente approfittato dello #scandianoresiste grazie alla quale abbiamo conosciuto il giornalista Paolo Borrometi che da cinque anni a questa parte vive sotto scorta. Ecco l’audio della serata→ Paolo Borrometi

Ad aprire la serata le domande dei noistri coetanei del Gobetti!!

Perché perseverare nonostante le minacce? Questo Paese non ha bisogno di eroi e personaggi straordinari ma di cittadini che facciano la propria parte. Io sono giornalista e i giornalisti hanno il compito di informare. Il cittadino si informa tramite la “cultura accademica” (l’istruzione, la scuola) e tramite l’informazione data dal giornalismo libero
 
Come combattere le mafie al Nord? In generale bisogna sempre fare tre cose: leggere, informarsi e capire. Al Nord peró la mafia è spesso imprenditoriale, una mafia di aziende, di “colletti bianchi”; una mafia che si occupa di riciclaggio. Non aspettiamoci al Nord pistola e lupara, ma neanche una mafia solamente imprenditoriale ma una mafia di sottile riciclaggio e illegalità (non emissione di fatture e scontrini). 
 
Che ruolo hanno avuto le donne nella gerarchia mafiosa? In genere le donne non scalano la gerarchia mafiosa, sono quasi esseri di serie B. Le donne però, le mogli dei capimafia, provvedono all’educazione dei figli, all’educazione del cosiddetto uomo d’onore, soprattutto quando il marito viene arrestato e mantengono spesso le comunicazioni tra il marito in carcere e l’esterno.
Ma molte volte le donne dicono “no” alla mafia (come Lea Garofalo e Rita Alba) e si rivolgono a Libera allontanando i propri figli dalla mafia.
 
Cosa possono fare i giovani? I giovani non sono il futuro ma il presente di questo Paese! A noi dicevano sempre che eravamo il futuro, ma questo futuro non arrivava mai!!! Sognate, formatevi e lottate adesso!!
 
Poi venendo al libro Un_morto_ogni_tanto: Ho scritto questo libro per parlare di agromafie (le mafie della produzione di frutta e verdura). Lo scopo è sapere cosa arriva nelle nostre tavole e acquistare consapevolmente.
Ci sono donne che lavorano 12 ore al giorno per 10€ costrette dal caporale a rapporti sessuali; come acquisti di terreni da parte di capimafia tramite prestanome.
Ma la frase che vale il titolo a questo libro appartiene a un mafioso: Borrometi 5 anni fa ha infatti individuato l’infiltrazione della mafia nel Consorzio di Pachino tramite l’azienda La Fenice, e per questo motivo verrà organizzata per lui un’autobomba. I capimafia affermavano che era necessario farsi sentire e essere più decisi perché “un morto ogni tanto non forma le coscienze”.
 
Paolo Borrometi ha dedicato poi alcune parole al movimento delle Agende Rosse, a Libera, ma soprattutto alle forze dell’ordine che fanno il proprio dovere ogni giorno, che 5 anni fa lo hanno salvato sventando l’attacco nei suoi confronti, e la scorta che da allora lo segue.
Parafrasando le sue parole: vivere sotto scorta non é affatto da privilegiati, significa limitare la propria libertà. Ringrazio la mia scorta ma sogno di vivere in un Mondo in cui non ci sia bisogno di una scorta, dove uno non possa essere ucciso alla luce del sole, dove i cittadini non si girino dall’altra parte.
 
                                                                                                                        ♥Clan4Cats♥
 
Ecco le foto della serata: e se aguzzerete la vista vedrete che Paolo Borrometi ha al collo il nostro fazzolettone!